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L’amore e la sindrome della sarta

L’amore e la sindrome della sarta

Abbiamo comprato un bell'abito, ci piace il colore, la taglia è giusta, non stringe, non punge, il tessuto è piacevole al tatto...


Abbiamo comprato un bell’abito, ci piace il colore, la taglia è giusta, non stringe, non punge, il tessuto è piacevole al tatto.

Dopo un paio di giorni desideriamo una lunghezza diversa, una scollatura a v e non a barchetta. La stoffa è sempre buona, forse, però, i bottoni starebbero meglio della lampo. Le cuciture ci danno noia quando ci muoviamo. Sarebbe davvero perfetto se fosse un altro vestito. I più volenterosi arrivano fino dal sarto per le modifiche, i meno lo ripongono nell’armadio. Ogni tanto lo guardano pensando: “Che peccato, solo fosse diverso sarebbe un bellissimo vestito, proprio quello che desideravo da tempo”. Alcune persone, più donne che uomini a dire il vero, fanno lo stesso col partner. E’ un uomo perfetto, è l’uomo che voglio, che fa per me peccato abbia quel carattere, quel difetto, quell’interesse che si vorrebbe proprio cambiare. Le persone non si possono portare dal sarto e i terapeuti lavorano solo su quanto impedisce una sana vita di relazione. Se è il partner giusto, nessuno dovrebbe essere impegnato a modificarlo così nel profondo da trasformare un abito da cavallerizzo in un vestito da sera. Se amate gli abiti da mare perché state uscendo dal negozio con una giacca per l’alta montagna? Una relazione è un lungo processo di adattamento tra due caratteri, desideri, aspirazioni e necessità della vita quotidiana ma non una trasformazione radicale e duratura di una personalità. Quando si desidera un cambiamento troppo strutturale del proprio partner, vale la pena di fermarsi a pensare se non è arrivato il momento di cambiare strada piuttosto che intestardirsi in imprese impossibili.

Barbara

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